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"Il MULTILINGUISMO": Giornata Europea della Logopedia

6 Marzo 2014

 

Ogni anno il 6 marzo viene celebrata la Giornata Europea della Logopedia, promossa per la prima volta nel 2004 dal Comitè Permanent de Liaison des Orthophonistes-Logopèdes de l’Union Européenne (C.P.L.O.L.) con lo
scopo di informare i cittadini su alcuni temi inerenti i disturbi della comunicazione e della deglutizione in ambito logopedico, e promuovere la professione del Logopedista.

Quest’anno il tema scelto per tale ricorrenza è il MULTILINGUISMO, definito come la capacità di una persona di comunicare in più lingue, argomento che suscita attualmente grande interesse e preoccupazione a livello sanitario ed educativo. Infatti negli ultimi anni è cresciuto notevolmente il numero di bambini bilingui, con genitori che parlano due lingue diverse o con genitori stranieri ma venuti a contatto con la lingua italiana fin da piccolissimi, e molti di essi si rivolgono ai Servizi di Logopedia.

 

Nel territorio pinerolese, soprattutto in Val Chisone e Val Pellice, è ancora molto diffuso tra la gente l'utilizzo del dialetto piemontese, definito come varietà di una lingua con caratteristiche distinte, e del patois, lingua minoritaria che ha ottenuto un riconoscimento e una tutela ufficiali; anche in questo caso, dunque, ci troviamo di fronte ad una situazione di multilinguismo in quanto possiamo definire lingue tutti i sistemi di comunicazione verbale che le diverse comunità umane, gruppi o sotto-gruppi di individui, usano per trasmettersi e scambiarsi informazioni (Romano A., 2010). 

Basandoci su questi presupposti e sulla convinzione che sia importante preservare e tramandare in modo corretto ai propri figli le lingue e i dialetti che fanno parte della nostra cultura, la mia collega La Grotteria Gloriana ed io abbiamo pensato di approfondire questo tema del multilinguismo locale organizzando un incontro informativo gratuito presso la biblioteca di Villar Perosa dal titolo "La valaddo, the world e i nostri sms: multilinguismo tra tradizione e net generation". Abbiamo scelto questo titolo con l'intenzione di analizzare tre forme diverse di "multilinguismo": le lingue minoritarie e i dialetti della tradizione, le lingue ufficiali e il moderno linguaggio degli sms.

 

Da questo incontro e dall'analisi di quanto presente in letteratura sono emerse alcune importanti considerazioni:

 

  • I bambini che utilizzano in famiglia il dialetto o una lingua minoritaria (ad es. patois) possono essere considerati a tutti gli effetti BILINGUI poichè in entrambi i casi ci troviamo di fronte a veri e propri sistemi linguistici, con caratteristiche ben codificate;

 

  • Il linguaggio degli sms non può essere considerato una forma di multilinguismo in quanto rappresenta una variazione stilistica del solo linguaggio scritto e non è fonte di difficoltà linguistiche e di apprendimento se utilizzato nei giusti contesti;

 

  • Il multilinguismo rappresenta una risorsa cognitiva favorevole, addirittura un fattore protettivo per i deterioramenti cognitivi (Paradis, Bauer e Stern), e non rappresenta di per sè la causa di disturbi linguistici in età evolutiva ma in soggetti predisposti  può favorire difficoltà e rallentamenti nello sviluppo di tutti i codici linguistici utilizzati dal bambino;

 

  • Nelle situazioni di multilinguismo la soluzione non è mai l'esposizione ad una sola lingua, soprattutto se non è la lingua madre dei genitori e non possono offrire al bambino un modello corretto;

 

  • Le abilità di un soggetto bilingue si possono realizzare pienamente soltanto se vi è un'adeguata funzionalità cognitiva e linguistica, che disponga di ottimi modelli linguistici da cui apprendere, che sappia padroneggiare bene tutte le lingue a cui è esposto, e soprattutto che la seconda lingua introdotta sia accettata con favore dalla sua società;

 

  • Affinchè il bambino bilingue possa costruire in modo solido il proprio sistema linguistico è importante che venga esposto precocemente e, per quanto possibile, equilibrato ad entrambe le lingue e che questa esposizione venga mantenuta nel tempo;

 

  • Il bambino bilingue deve essere opportunatamente guidato affinchè possa imparare a decidere quale registro e codice  sia meglio utilizzare a seconda del contesto così da non trascurare l'italiano che è la lingua utilizzata a scuola.

 

Per avere maggiori informazioni su questo argomento e leggere per esteso l'articolo da cui sono state tratte queste osservazioni è possibile consultare lo Sportello Linguistico della Comunità Montana Pinerolese al seguente link: http://linguedidomani.blogspot.it/p/il-multilinguismo.html

 

 

 

 

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Il termine DISLESSIA è ormai molto comune...

ma cosa vuol dire?

 

 

 

 

 

 

La DISLESSIA è un disturbo ormai molto conosciuto  nell'ambiente scolastico e familiare ma spesso questo termine viene utilizzato in modo non corretto per indicare una qualunque difficoltà negli apprendimenti scolastici, di qualunque natura e tipologia essa sia.

 

La dislessia rientra nei cosidetti Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) e si riferisce ad una difficoltà che riguarda esclusivamente il processo di lettura.

 

Spesso per un genitore risulta difficile capire se il proprio figlio non va bene  a scuola perchè non si impegna abbastanza o perchè è presente una reale difficoltà.

 

Mettersi nei panni di un bambino dislessico, comprendere come si sente quando si trova davanti ad una pagina piena di lettere che gli ballano davanti senza mai fermarsi non è assolutamente semplice!

 

Per questo motivo condivido un video creato dalla Cooperativa Anastasis (che da anni si occupa di progettazione, realizzazione e distribuzione di software per la Dislessia, i DSA e la disabilità. http://www.anastasis.it/) che vi farà entrare per un attimo nei panni di un bambino dislessico così da capire che cosa provano i vostri figli, studenti ecc. quando si trovano davanti ad una pagina scritta.

 

https://www.facebook.com/photo.php?v=10154205061720201

 

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